Inclusione: l’uso del simbolo fonetico schwa /ə/

Lo schwa

Se leggendo pagine e articoli in questo sito o nei post sui nostri canali social trovi parole che terminano con il simbolo ə: si tratta dello schwa, un simbolo usato nell’alfabeto fonetico internazionale per rappresentare una vocale centrale media. Può indicare sia una vocale debole, sia l’assenza totale di una vocale: rappresenta un suono molto diffuso in alcuni dialetti italiani.

E come si legge? Come una vocale centrale media o non la si legge affatto. Alcuni esempi di questo suono: la parola napoletana mammeta /ˈmammətə/ (“tua madre”) o le parole inglesi supply /səˈplaɪ/, righteous /ˈraɪtʃəs/ e circus /ˈsɜːkəs/.

Devi sapere che abbiamo scelto di usare ə come terminazione neutra delle parole per riferirci ad una moltitudine di persone.

Crediamo infatti che l’inclusione passi inevitabilmente dal linguaggio che usiamo: l’uso dello schwa è un piccolo espediente per rendere la lingua italiana più inclusiva.

Il dibattito sull’uso del cosiddetto maschile sovraesteso nella lingua italiana è assai acceso in quest’ultimo periodo: anche altre lingue, oltre all’italiano (il francese, lo spagnolo e il catalano, per citarne alcune) stanno affrontando lo stesso dibattito e cercando nuove soluzioni.

Che cos’è il maschile sovraesteso?

Immagina: entri in una stanza con 100 persone, di cui 49 sono non-binary, 50 sono donne e 1 è uomo (uno solo).

In italiano, saluteresti quelli persone dicendo: “Ciao a tutti“, come se nella stanza ci fossero 100 uomini, invece ce n’è solo uno e quell’uno, per la lingua italiana, ha più peso di tutte le altre 99 persone di genere diverso. Un notevole squilibrio di rappresentazione, non pensi?!

Perché è così importante essere rappresentatə?

Essere, sentirsi rappresentatə significa essere, sentirsi legittimatə come persone. Significa contare, avere peso, essere importantə per chi ci include nei suoi discorsi e nei suoi pensieri.

Lo schwa non è la soluzione definitiva alla rappresentazione di tutti i generi, ma, a nostro avviso, è un primo passo per far sentire tutte le persone rappresentate e parte del discorso: è un modo visibile (uno dei tanti su cui i linguisti si stanno interrogando per ovviare al maschile sovraesteso) per far capire che tutte le persone ci stanno a cuore, indipendentemente dal loro genere.

Il linguaggio e la realtà che ci circonda

Il linguaggio che usiamo è legato ai nostri pensieri e, di conseguenza, può avere degli effetti concreti sulla realtà che viviamo. In altre parole, se è vero che la lingua si modifica nel tempo perché si adatta all’uso che ne fanno le persone, è anche vero il contrario, cioè che le parole danno forma ai pensieri e contribuiscono a cambiare la realtà.

La community di WordPress è da sempre impegnata a creare ambienti accoglienti, accessibili e inclusivi, dove chiunque trova il suo spazio di espressione, il modo per partecipare al progetto e per sentirsi parte di un gruppo aperto, in un perpetuo e reciproco moto di crescita personale e professionale. Per questo abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di dare il nostro contributo per un linguaggio (e, di conseguenza, un mondo più) inclusivo, attraverso il piccolo stratagemma dello schwa nella nostra comunicazione scritta.

Crediti: Lfdder, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons